Il 20 maggio 2021 è stata inaugurata a Milano la mostra Kin kintsugi su fotografia, presso la galleria Expowall

KINTSUGI E CONSAPEVOLEZZA
Il kintsugi non è semplicemente una tecnica di restauro, ma una splendida metafora di come si possano elaborare gli eventi della vita. Molti accostano il concetto del kintsugi alla resilienza…
Il kintsugi non è altro che una tecnica di restauro della ceramica, soprattutto per la mentalità giapponese. Da anni, ormai, tengo corsi di questa disciplina per appassionati, ma anche nei reparti oncologici a scopo terapeutico (link in fondo alla pagina), e posso dire con tutta certezza che il kintsugi è molto di più.
Troppe sono le metafore calzanti con la vita, l’elaborazione del dolore, l’introspezione.
Lavorare con le mani aiuta a pensare, invoglia alla riflessione, è la forma di meditazione più potente che ci sia, perché nel momento in cui si è concentrati su ciò che si sta facendo, nessun altro pensiero ci turba. Ogni volta che faccio un corso alla fine chiedo sempre la stessa cosa: “Avete notato che per tre ore avete lasciato fuori da questa stanza tutti i vostri problemi?”
La risposta è sempre entusiasticamente affermativa.
Riparare un oggetto, per forza di cose, comporta anche un po’ restaurare se stessi, ogni volta. Perché nella vita sopravvive meglio colui che è in grado di elaborare le esperienze negative, trasformandole in oro. Tutti, poi, esattamente come nell’arte di riparare la ceramica, abbiamo un collante nella vita. Proprio come con la colla si rimettono insieme i cocci, così ci sono alcuni elementi che ci aiutano a ritrovare l’equilibrio ogni volta. Per alcune persone il collante è la famiglia, per altre l’umorismo, per altre un’attività in particolare, per altre la casa, intesa come nido.
La strada per raggiungere la consapevolezza di se stessi è lunga e tortuosa. Non è tanto importante il percorso, ma la meta. Per molti, meditazione e pratiche orientali sono la via giusta, per altri il lavoro manuale, per altri coltivare un giardino.
“Le anime più forti sono quelle temprate dalla sofferenza. I caratteri più solidi sono cosparsi di cicatrici.” K.Gibran
Se volete saperne di più sulla nostra partecipazione alla splendida iniziativa presso la Breast Unit degli Spedali Civili di Brescia:
